Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 55 .ra, impossibile nello stato presente della società, di dividere la terra in parti uguali, nè la misura .più impossibile di lasciar la terra così divisa. Noi proponiamo che, lasciando la terra nel privato possesso degli individui, con piena libertà di donarla, venderla o legarla, si levi su di essa per usi pubblici un.a tass~ che sia uguale al valore annuo della terrà in se stess.a, indipendentemente dall'uso fattone e dai miglioramenti introdotti. E poichè questa imposta sarebbe sufficiente pei pubblici bisogni, noi accompagnerem~o la sua introduzione coH'abolizione di tutte le imposte· che ora si levano sui prodotti e processi dell'industria» (r). « In questa guisa lo Stato diviene proprietario uni'versale della terra, senza averne il nome, e senza attribuirsi una nuova speciale funzione» (2). Con questo sistema si verrebbe ad abbassare il valore della terra, di modo che non resterebbe al proprietario che il guscio della noce, mentre il I frutto sarebbe consumato dalla società. In questa condizione i possessori dei fondì avrebbero maggiore interesse con una cultura di rapina ad esaurire la fertilità del suolo, mentre dall'altra parte i capitali verrebbero facilmente deviati dall'agricoltura per essere investiti nelle industrie libere dalle vessazioni tributarie. « Di tutte le forme di nazionalizzazione, scrive (1) The condition of labor ... p. 8. (2) GEORGE, Progress and Poverty. New York, Lovell, p. 292. Bibl oteca Gino Bianco

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