Angelo Brucculeri - Il problema della terra

-46 - Con tutto c10 questi ed altri abusi, sui quali insistono tanto gli scrittori o i tribuni socialisti, non dànno il diritto a condannare la propr•ietà privata, ma solo a reprimere con provvedimenti legislativi le cause onde traggono origine gli abusi. Se si dovesse abbattere tutto ciò di cui l'uomo può abusare, che cosa resterebbe in piedi? Il potere, l'autorità, la famiglia, la religione, la scuola non sono stati talora dall'ambizione e dalle male cupidigie trasformati in congegni esosi di tirannia e cli sfruttamento? L'economista Blanqui, ringraziando il Proudhon, che gli aveva mandato la sua seconda memoria sulla proprietà, scriveva fra l'altro: « Convengo con voi in una sola cosa, che vi sono stati troppi abusi in ogni génere di proprietà. Ma io non concludo dall'abuso all'abolizione, espediente eroico troppo simile alla morte che guarisce tutti i mali. Io dirò di più: vi confesserò che tutti gli abusi, i più odiosi, secondo me, sono queUi intorno alla proprietà; ma, ripeto ancora, vi è rimedio a questo male, senza violarla, soprattutto senza distruggerla. Se le leggi presenti ne regolano male · l'uso, noi possiamo rifarle. Il nostro codice civile non è il Corano ... Rimaneggiate dunque le leggi che regolano l'uso della proprietà, ma siate sobrio di anatemi» (r). (1) PROUDHON, Qu'est-ce qtte la propriété. Paris, 1849. Prefazione p. xII. Biblioteca Gino Bianco

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