Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 47- *** Ma fra gli abusi, onde trae pretesto la cntlca tumultuosa contro la proprietà fondiaria, ve n'ha uno che merita particolare attenzione. Lo esponiamo con le stesse parole di chi lo ha messo fra i primi in rilievo. « Supponiamo, d•iceil Proudhon, che il proprietario, per una liberalità cavalleresca, ceda all'invito della scienza, permetta al lavoro di migliorare e moltiplicare i suoi prodotti. Un bene immenso ne verrà ai giornalieri ed a•icampagnuoli, le cui' fatiche, ridotte alla metà, si troveranno ancora, per l'abbassamento del prezzo delle derrate, pagate il doppio. - Ma il proprietario: io sarei stupido, dice, se abbandonassi un benefizio così netto. Invece di e:ento giornate di lavoro io non ne pagherò che cinquanta: non è il proletario che approfitterà, son io. - Ma allora osservate voi, il proletario sarà più disgraziato di prima, poichè egli mancherà di lavoro una volta di più. - Questo non mi riguarda, soggiunge il proprietario; io fo uso del mio diritto. Che altri si ammassino dei beni, se possono, che vadano in un'altra parte del mondo a cercare fortuna, fossero essi' delle migliaia e dei milioni ! - Ogni proprietario rnutrisce, in fondo del cuore, questo pensiero omicida. E siccome per la concorrenza, il monopolio ed il credito, l'invasione si estende sempre, i lavoranti si Bibl oteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==