Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 157 - detta miracolista, con cui si ha il semplicismo e l'ingenuità facilona di potere metter su, quasi creazione e~ nihilo, tutta una nuova economia agricola, e di rifare :fìnanco l'universo anche prima di sei giorni, solo che si voglia. Ma le strutture , economiche, non meno delle configurazioni sociali e morali, non' sono abiti che si indossino o si svestano a capriccio con un atto d'imperio. Ove dunque la piccola proprietà non esiste, non si può con un colpo di legge o con un decreto ministeriale introdm;re. La legge è vana e perniciosa, se nella realtà soggiacente non siansi prima inserite, a costo di tempo, d'intelligenza, di lavoro, di denaro, tutte quelle condizioni che ne assicurino l'esitò. Tutte le volte che si è voluto ex abrupto dividere la terra ai contadini, si è dovuto riconoscere dal successo. sfortunato l'inanità e l'insipienza delle compressioni violente e delle improvvisazioni fulminee dei generosi largitori di fondi. E' noto quanto si fece in Germania per creare rapidamente dei piccoli proprietari. Feder:ico il grande distribuì lotti di terra nei suoi grandi baliaggi a 35.000 famiglie di coloni. La Danimarca alla sua volta con importanti agevolazioni finanziarie spinse i padroni ad alienare i loro fondi ai contadini. Mà questi ed altri provvedimenti non furono sempre coronati dall'esito che gli autori si ripromettevano. I nuovi posSlidenti, già braccianti o servi della gleba, trasformati' senz'altro in paBiblioteca Gino Bianco

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