Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 158 - droni, si tr~varono impreparati a valersi dei nuovi diritti e a· compiere i nuovi dovetu.. Ben presto quindi spese inutili, obblighi pecuniari non adempiuti, suddivisioni, vendite, debiti, mandarono in rovina la piccola proprietà improvvisata. Anche fra noi abbiamo numerosi esempi che illustrano la stessa verità. Quando, ad es., nel Regno delle Due Sicilie, per la legge del 1806, furono concesse nel continente 400.000 ettari di terra ai contadini, quei· fondi, fatte poche eccezioni, vennero da capo, nel breve giro di pochi anni, ingoiati dalla grande proprietà. A un di presso ebbero lo stesso esito le quotizzazioni e ripartizioni dei demanii fatti nel Mezzogiorno ed in Sicilia. Anche le terre dell'asse ecclesiastico, incamerate con gran disinvoltura dalla terza Italia e vendute _a lotti, finirono in gran parte nelle mani dei grandi proprietari. Queste deplorabifi disdette dovranno fatalmente rinnovarsi quante volte senza le debite precauzioni, senza provvidenze di adattamento, senza nessuna considerazione dell'ambiente J si vuole giungere di galoppo alla piccola propo:ietà; laddove questa sorge ~gevolmente e prospera, allorchè è preceduta da quelle condizioni che sono richieste per la sua esistenza. Se la Commissione ,istituita nel 1886 per la colonizzazione delle provincie della Prussia occidentale e della Posnania ebbe grandi successi, ciò fu principalmente perchè essa .acquistava solo B.bl oteca Gino Bianco

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