Angelo Brucculeri - Il problema della terra

154 - tro dei suoi dispersi terreni; difficoltà di vigilanza e di chiusura; impossibilìtà di una cultura conveniente per la ristrettezza dell'area coltivabile. « Con la terra, scrive Francesco de Neuchateau, sminuzzata e cesellata, senza strade per arrivare ai suoi lembi, l'agricoltura, schiacciata dagli osta- , coli cagionati dal pascolo, non può svilupparsi, e si troverebbe a un di presso nella condizione di un bambino legato strettamente con fili di ferro alla sua culla ». Dev'essere infine coltivatrice diretta. Fra noi in Italia - la quale è, in sostanza, per confessione dello stesso senatore J acini, « il paese per eccellenza della piccola e media proprietà» (1) - su 1000 agricoltori solo 249 coltivano terreni proprii, mentre 305 sono giornal'ieri, 198 coloni o mezzadri, n7 contadini fissi, 73 fittaiuoli (2). Come è chiaro, ~1numero dei proprietari uon coltivatori dev'essere rilevante, al pari di' quello dei contadini sforniti di terra. Ora senza l'unione della terra al contadino col vincolo massimo della proprietà, i vantaggi sociali, morali e politici che derivano da un forte ceto di agricoltori restano in gran parte nel regno dei sogni. (I) Il problema agrario e l'inchiesta, 2a ediz. Roma, 1883, p. 28. (2) Il censimento del 1911 ci dà queste cifre: Proprietari di fondi rustici. . . . . 3.064.067 Agricoltori conducenti terreni proprii 1.715.260 Giornalieri di campagna. . • . . 4.215.648 B bi oteca Gino Bianco

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