Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 150libertà, della fede, di Dio, è la concezione della vita - ci si permetta il bisticcio - più antivitale che possa immaginarsi. Quando la vita non ha un ideale che l'oltrepassi, quando tutte le aspirazioni deil'uomo devono arrestarsi in se stesso come raggi mozzati dall'ar.co, l'immolazione e il sacrificio non sono feticci di spiriti deboli e di uomini primitivi? Ma le ~egazioni materialistiche e scetti.che alla luce del sole, al suonq delle acque, fra la maestà dei monti, si sciolgono come bolle di sapone~ Nei laboratorii, nelle sale anatomiche, nell'aria viziata di una scuola si può posare ad atei, e si può, forse, anche essere atei per qualche ora, ma· in campagna, all'aria libera, è assai più malagevole. Anche le cause morali,· coine l'egoismo sfrenato della gioia del vivere e la vanità muliebre paurosa di pregiudicare alla bellezza, }lOn hanno efficacia in uno stato di vita allenato al sacrifizio. Resterebbero le ragioni economiche. Ma queste possono valere per il piccolo borghese, che vede oltre il primo o secondo genito la miseria e la discesa sociale dei suoi figliuoli ; ma per il contadino proprietario, posto in· un gradino as·sai più basso nella scala sociale·, bisognoso di braccia che lo aiutino, la cosa è ben diversa. « La picc6la proprietà rurale, domanda il Bernard., è, come si è talora affermato, un ostacolo all'accrescimento della popolazione?» «No», B bi oteca Gino Bianco

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