Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 132 - muove in quella direzione. Se la società si è così inoltrata verso un generale livellamento possibile dimodochè la scuola non è più di pochi pri- ' vilegiati, il prodotto non è più di pochi speculatori, il suffragio, non è più del censo o della cultura o del sangue, può forse la proprietà terriera, in opposizione al moto generale dei fatti sociali e politici, restare concentrata in poche mani, o non piuttosto deve sempre più accostarsi (per vie, s'intende, non lesive della giustizia) al maggior numero? · E' forse di una scarsa importanza sociale l'insegnamento di Leone XIII che suggerisce ai_ legislatori di « fare in modo che cresca -il più pos- · sibiile il numero dei proprietari? » (r). *** Ma la grande proprietà non solo consacra e perpetua disuguaglianze in aperto contrasto al corso generale dei grandi fenomeni sociali e politici contemporanei; dà anche facile occasione ai seminatori di discordia - ai pescicani, chiamiamoli così, non della guerra armata, ma della guerra economica - di acuire l'antagonismo dj classe. E la ragione di ciò va riposta in quel senso di avversione, diffidenza, gelosia, che le disparità (1) • Quamobrem favere buie iuri (proprietatis) leges debent, et quoad potest providere ut quamplurimi ex multitudin~ rem habere malint •. Bibl oteca Gino Bianco

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