Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 130richiede (1); e in secondo luogo hanno proseguito il loro corso verso la possibile graduale diminuzione dellè disparità delle fortune. « :B certo giustissimo, nota il Weiss, che l'idea cristiana di società mirò fin da principio a :fiaccare la plutocrazia, ponendo in sua vece un modesto benessere più equabilmente suddiviso. Nel qual .punto essa trovasi in pienissimo accordo coi più saggi i'ntelletti di tutti i popoli e di tutti i tempi. Perfino nell'antichità molti hanno ravvisato la vera felicità, non pure dei singoli, ez.iandio dell'universale in quello stato del consorzio dove una certa mediocrità costituisce la regola » (2). Ma questa spinta livellatrice è oggi una delle più importanti cause· promotrici della civiltà presente, e se per metodi, i:,er :finalità occulte, per concezioni materialistiche, per ispirito demagogico, per colpa insomma o per inganno ed errore di uomini, ha sollevato contro di sè recriminazioni giustissime, non va annullato per questo (1) • Sia pur dunque che l'opéraio ed il padrone formino di comune consenso il patto, e nominatamente il quanto della mercede, vi entra però un elemento di giustizia naturale, anteriore e superiore alla libera volontà dei contraenti, ed è che il quantitativo della mercede non sia inferiore al sostentamento dell'operaio frugale, s'intende, e ben costumato. Se questi, costretto dalla necessità, o per timore di peggio, accetta patti più duri, i quali perché imposti dal proprieta- • rio o dall'imprenditore, volere o non volere, debbono essere accettati, questo è subire una violenza contro la quale la giustizia protesta •· (Rerum Novarum). (2) La questione sociale. Trento, 1897, p. 433. B bi oteca Gino Bianco

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