Angelo Brucculeri - Il problema della terra

, - 128paiono di fronte agli inconvenienti gravissimi ed ai pericoli con cui minaccia.la tranquillità e l'ordine pubblico. E non si tratta solo di inconvenienti che devono attribuirsi agli uomini più che alle cose, agli abusi anzichè agli istituti; ma di inconvenienti altresì che sono spontaneo germoglio, conseguenza inevitabile di una proprietà terriera soverchiamente accentrata. Una società infatti in cui la terra sia monopo-. lizzata· da una sparuta minoranza, mostra la stessa anormaLtà di un organismo in cui qualche membro si sviluppi ipertrofìcamente, mentre le altre parti immiseriscono per atrofia. Tutto ciò che tende ad esagerare le disuguaglianze economiche, tutto ciò che ci allontana dalla mèta caldeggiata da Leone XIII, l' aequior partitio bonorum, non è indice di un reale progresso, ma è un'imperfezione sociale, tanto più grave quanto maggiore è la distanza che interpone fra le classi. Certamente, un livellamento matematico delle condizioni nella fortuna non è, fuori della mentalità del socialismo utopistico, cosa moralmente ,possibile; giacchè le differenze inevitabili della costituzione fisica ed intellettuale degli individui hanno le .loro fatali proiezioni nello schermo economico. Che se il simbolo della distribuzione della ricchezza non può essere un piano perfettamente uniforme, ma deve essere necessariamente onduB bi oteca Gino Bianco

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