Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- II - assetti distributivi, i quali diano affidamento che la terra sia non un prato per isdraiarvisi gli oziosi, non una bandita per un piccolo numero di gaudenti, non un bosco destinato alla rapina, ma che sia quello che la PrQvvidenza volle : madre di spighe e di frutti, nutrice degli uomini, alma parens frugum. Come il legislatore, il sociologo, il filosofo che studiasse il coniugio, -e volesse regolarlo senza darsi pensiero, nè punto nè poco~ del fine primario di questo istituto, ossia della procreazione ed educazione della prole, costruirebbe nel vuoto, così lo studioso dei problemi ·agrari che non considerasse il fine primario della terra devierebbe verso fallaci soluzioni. Se egli vuole che le sue indagini e i suoi progetti abbiano valore, deve a questo primo scopo mirare e ad esso ispirarsi. E allora i due problemi proposti possono confl_uire in un unico quesito : Quale sistema di appropriazione guarentisce alla terra la sua « funzionalità economica »? Con quale distribuzione si ottiene una produzione maggiore? Si è risposto in varii modi a questo problema. Alcuni si affidano alla proprietà collettiva, al monopolio statale o comunale : 1° socializzazione delle terre; 2° altri alla grande. proprietà con la grande e perfezionata cultura odierna, in;dustrializzazion-g del suolo; 3° altri alla piccola e media proprietà, spezzamento del latlfondo; 4° non mancano di coB bi oteca Gino Bianco

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