Angelo Brucculeri - Il problema della terra

-ngproprietà. La storia ci si presenta qui come un grande arsenale che offre armi e munizioni e ai fautori della prima come a quelli della seconda; nè sarà agevole sentenziare quali di queste armi siano le più resistenti. Se si vogliono esperienze, ve n'ha dall'una e dall'altra parte; se si domandano cifre e statistiche (con le quali si può assai meglio ingarbugliare la verità) se ne trovano per tutti i gusti ; se si chiedono i pareri dei grandi economisti, li troviamo discordi; se frughiamo nelle legislazioni dei popoli, vi scorgiamo ritratta la doppia opinione corrente. Potremmo scrivere volumi, se volessimo esporre e vagliare tutti questi dati; ma non intendiamo venir meno ai limiti che ci. siamo imposti. Al nostro scopo basta mettere in rilievo qualche punto degno di maggiore considerazione. In Inghilterra è certo che si è avuto, al trar dei contì, un buon esito della grande proprietà. Essa ha profuso nell'agricoltura capitali, studio e passione, spingendosi così all'avanguardia del progresso. Gl'Jnglesi ricordano con vanto e gratitudine i nomi tanto benemeriti di lord Leice- -ster, lord Spencer, lord Jarborough, del duca di Portland e di molti altri. Fra tutti va glorioso il duca di Belford, e della sua famiglia, che strappò alle invasioni del mare delle vaste contee, bonificò lande aride e deserte, istituì aziende agricole tecnicamente perfette. Per l'allevamento del bestiame, per l'uso delle macBiblioteca Gino Bianco

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