Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- I161nagre e spighe vuote, vi sono ?-nche quegli altri in cui si hanno vacçhe pingui e spighe piene. Così, senza spezzarsi, essa si if>iega sotto i colpi della tempesta, per riafaarsi ben presto. Ciò s'intende, quando i poteri pubblici, invece di strozzarla e immolarla sull'altare dell'industri~lis_mo, come si è fatto finora, la promuovano con le cure necessarie al suo incremento. In terzo luogo, la « specificazione delle culture» è assai vantaggiosa, perchè il :piccolo coltivatore debba stentare troppo per avvedersene. Del resto, per ottenere il maggior guadagno dal fondo, non basta praticarvi quelle culture che più gli si .confanno: bisogna altresì regolarsi con le esigenze del mercato. Se la domanda di un dato prodotto cresce, può avvenire che la sua cultura dia u_n reddito maggiore, benchè non sia specifica del suolo in cui: si è sperimentata. Per capire questo, non c'è bisogno di grande proprietà, basta u~ poco d'interesse, e di _questo _non pare che manchi il piccolo coltivatore. In quarto luogo, l'obiezione ·che la moltitudine agricola, impegnata nelle piccole proprietà; riuscendo troppo numerosa, consumerebbe gran quantità di prodotto con pregiudizio delle classi non agricole, è indirettamente risolta da quanto abbiamo detto nel precedente capitolo. In fondo, anzi, noi troviamo un vantaggio considerevole. Mentre l'individuo tende al profitto, la società ha il .suo maggiore interesse (quando, come è oggi, B bi otecd Gino Bidnco

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