Augusto Aglebert - Della sovranità del voto popolare e del diritto pubblico

ta in tirannide. Ecco come ragion'a Suarez seguendo S. Tomlll4lSO u Vi han, dice egli, due sorta di tiranni; i tiranni di fatto, e i tiranni aventi un titolo o un diritto. Il tiranno di fatto è colui che ha usurpato il potere colla forza, e che in conseguenza non è già un sovrano o signore legittimo, ma un sovrano che ne · prende solo il' nome e occupa il luogo. Il tiranno titolare è colui che essendo sovrano legittimo del regno .c possedcndolo a titolo di un vero diritto, fa tuttavia un uso tirannico della sua autorità, non la fa servire che a suoi pro·prii interessi, o dimentica . o calpesta quelli del popolo; che opprime i suoi sudditi, spogliando li dei loro beni, e prendendosi giuoco della lor vita; e che ripete spesso e in un modo pubblico, simili atti. >> '' Ora ogni popolo, seguita lo stesso dottore, può ave.re il diritto di deporre il sovrano, a titolo di una .difesa necessaria alla sua conservazione; per conseguenza se il Re legittimo governa da tiranno e se non resta al regno altro mezzo di difendersi contro i suoi eccessi che quello di deporlo e di cacciarlo; il popolo intero, col consiglio della eittà e della aristocrazia, può bene, senza offendere alcun diritto, disfarsi d' un tal sovrano; dapprima , in forza del diritto naturale, secondo il quale è sempre lecito di respingere la forza ingiusta colla forza; e poi, percbè il patto fondamentale per cui la repubblica ba trasferita la sua autorità a questo Principe, e gli ba promesso la fedeltà, racchiude sempre questa clausola '' Alla condizione che il principe non si muti in tiranno. ,, E lo afferma S. Tommaso dicendo " resistere ad un Re che governi da tiranno non è già un atto di ribellione, purcbè questa resistenza si faccia da parte dei rappresentanti legittimi della comunità, con maturità e prudenza e senza esporre il popol<t a più grandi sventure. ( Deffes. fid. cap. . 2, qu. 92, art. 2, 5 ).

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