Augusto Aglebert - Della sovranità del voto popolare e del diritto pubblico

lia?~ ~er sentimento , per mille prove 1 per amore all Indipendenza a niun altro secondo i> In questa occasione ben si fece manifesto quanto la qualità di Re , commista a quella di Pontefice 1 potesse riuscir dannosa per la Nazione. Infatti quella neutralità imposta dal pontefice al suo governo e al suo popolo 1 era frutto di alleanze 1 di trattati contrari al diritto pubblico 1 al principio di nazionalità. Quella neutralità scemava le forze cbe doveano combattere pel riscatto, per l' indipendenza e rendeva più difficile la vittoria. Quella neutralità tenea nel possesso di una parte dello Stato il nemico comune , che stava a guardia di fortezze 1 e di posizioni che potevano riuscir funeste ai popoli italiani della Regina dell' Adria. Ma a che parlare di neutralità? quella neutralità, non era neutralità. Ai giovani che volevano ac~orrere alla guerra dell ' indipendenza, s' imponeva la sottoscrizione all ' esilio dagli Stati Pontificii ; si proibiva l'estrazione dei cereali dallo Stato quantunque il prezzo fosse ben lungi dal giungere al limite voluto dalla legge , si aumentava il dazio d' estrazione dei cavalli dei quali l'armata alleata abbisognava per la guerra,. si proibiva l'estrazione di bestiami e di carni, si costruivano lavori, e opere d' arte dagli stranieri nelle fortezze dello Stato a spese dell' Erario Pontificio. Non parlo poi delle invettive e delle ingiurie che gli alti funzionarii dello Stato vomitavano .contro Vittorio Emanuele, e il suo generoso alleato, le persecuzioni e le sevizie . che eran usate alle popolazioni 1 perchè si scuotevano o dimostravano sentimento nazionale. Da tutto ciò è più che mai fatto chiaro che per essere italiani bisogna essere indipendenti dal governo temporale dei pontefici; che doveva rompersi la catena che imponeva non solo la servitù, ma l' onta e la· vergogna. Senza recriminare sul sistema di governo~ sul

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==