Augusto Aglebert - Della sovranità del voto popolare e del diritto pubblico

~4 Il gesuita Card. Bellarmino nel suo libro de Laiciis pronuncia che il potere risiede nella moltitudine e sog~iu.n~e u le tJarie forme. di .Y?Verno non sono affatto (( dz ,dtrttto.natm:al.e, ma dz dtntto .delle genti, da p poi- •· che e evtdentrsstmo che apparttene alla moltitudine u di stabilire di comune accordo, se un Re ereditario u oppure se i consoli o altri magistrati debbano go: " vernarla, e che se sopraggiunge qualche causa le- • gittima per farlo, questa moltitudine ha pure il diu ritto di mutare la forma di politico reggimento , cioè u di cambiare la monarchia in aristocrazia, o in decc mocrazia e viceversa, come è stato fatto nell ' antica u Romo. n cc Finalmente, prosegue il Bellarmino, si dee far attenzione alla conseguenza che deriva da quello che abbia m poco innanzi detto: che questo potere pubblico conferito alla persona in particolare deriva realmente da Dio esso pure ma per mezzo del consiglio e delf elezione umana come tuttociò che appartiene al diritto delle genti; dappoichè il diritto delle genti non è che l'insieme delle conclusioni che il ragionamento umano, deduce dal diritto naturale. Da ciò risultano due differenze tra il potere politico e il potere ecclesiastico; l' uno dalla parte del soggetto perchè il potere politico è nella moltitudine ; ed il potere ecclesiastico è in un uomo come nel suo soggetto immediato ; l' altra differenza tra questi due poteri è annessa alla causa che li produce, dappoichè il potere poli:ico , considerato nella sua univ ers~tà,_ der,iva. da_l dintto delle genti mentre il potere eccleswstz~o e dz dtritto divino in tutte le maniere e procede dtrettamenda Dio. ,, Si vede dunque che, per il Bellarmino e per S. Tommaso, il potere politico viene .immediata~nente dalla moltitudine o dal popolo, non vtene da ~w che d' una maniera rimota e solo come causa umversale

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