Giovanni Bertoni - Memoria sul lago di Quarto

!U viso in pm parti, e trovarsi congiunto a grandi falde obblique, altissime; ma le une alle altre in siffatta guisa paralelle e sopposte , da potersi con regolari esplosioni scatenare e sommuovere. Incoraggiti dal primo successo, si tentò allora un canale per tutto il piano della prima cascata , e di già si apriva con molta declività. Non appena ridotto a bastevole capacità che, squarciala con altra f"splosione la diga superiore onde le acque <lei lago erano rinserrate, la fiumana vi balzò dentro , e fuggendo per le grandi cascate serpeggiò d'improvviso e con rara velocità nell' aridissimo Savio inferiore. Così fu rotto pur una volta il silenzio di quelle solitudini dal fragore di acque correnti. Le speranze allora rinacquero~ clall' uno ali' altro tutti gli opifici da grano di già entravano in movimento; di già si sovvenivano le popolazioni inferiori; e il <more di tutti si apriva alla gioia. Ma era duraturo il soccorso? Le acque avrebbero defluito dal lago non più in là di un'altezza eguale alla profondità dcli' emissario escavato. Di più mancava ogni sopravvenienza di acque dai fiumi superiori; e quest' ostacolo si presentiva maggiore per la continua serenità del cielo su tutto il giogo dell' apennino. Quindi il successo, in sulle prime favorevole, era per isvolgersi a mala ventura e cadere in sinistro. Ma di subito si ebbe ricorso ad altro più valitlo esperimento: all'apertura cioè di un secondo canale, quantunque lungo e difficile , ma paralello al primo, e più profondo. Le forze allora si raddoppiarono, si triplicò il numero dei minatori, a maggior vita si mosse l'attività generale. V ardita volontà, non sempre fortunata, riuscì in fine vittoriosa, e fu superato ogni impedimento. Senza più le acque si Biblioteca Gino Bianco

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