Giovanni Bertoni - Memoria sul lago di Quarto

r8 di quella invasione, ancora v1v1, si poterono llis_otterrare 9, Non così delle bestie bovine e lanute, che tutte, al numero circa di duecento, scomparvero dall'avvallata rupe inghiottite 10 • Lo scoscendimento che ruinò selve estesissime e molta parte di seminato, si estese per una linea di metri mille in senso paralello alla corrente del Savio, e corse <li fronte, masse e masse accavallando , per metri due mila , oltre un miglio , fino a cozzare e ~tringersi coi monti opposti. Le acque allora serrate e crescenti nella vallata superiore alzandosi a dismisura , vedevasi a poco a poco sott' esse sparire ogni piano, ogni fabbrica. Le piene sempre nuove ed incalzanti Jella Parra e del Savio conversero infine quel bacino in lago profondo metri 120 : altezza uguale a ben cinque volte quella di un alto palagio. In lago pure mutossi il letto dei due fiumi influenti onde ciascuno indi a poi si navigò per due miglia 11 • La spaventevole inondazione, così vagando per ogni banda, trovò per solo ritegno il montuoso re.- cinto ; ma non bastò a superare la grande barriera ùella rupina. Le acque imprigionale , correndo a qualche uscita, nè potendo l'antico letto ricuperare, solcarono in fine la spalla del monte opposto a lVIontalto in sulla destra del Savio , ed il corso dell'acque, esiguo da prima quale di rivo fra i sassi, indi al tratto <la enorme caduta, ingrandì, tagliando la gola, di che fu detto, sino a scoprire il macigno a tre piani o cascate. Dall' ultima di queste si dischiude una scena incantatrice, soprastando al ciglio destro un mulino in rustica foggia ; onde poi fra il grottesco di bianchi massi ombrati da ra<li cespugli, e nel Biblioteca Gino Bianco

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