Giovanni Bertoni - Memoria sul lago di Quarto

19 fragore di quelle acque per un grand' arco ca<lenti, · tutto si pare il trionfo di una natura aspra e selvaggia. Molti naturalisti italiani , dalla maraviglia del fatto mossi a curiosità , vennero visitando il luogo e più cagioni additarono; nè il volgo si rattenne dalle immaginazioni fantastiche , come suole accadere ad ogni pubblica sventura. Ma per indagini esatte si discopriva come le correnti interne avessero valicato per grandi meati l.e viscere del monte, onde poi tutto dalla sua base fu rovinato. :Notavasi ancora tre fenomeni avere precorso , e tacitamente annunziato l'avvenimento: cioè alcuni pozzi naturali , comparsi da gran tempo sulla vetta di Montalto, nei quali se si lanciavano sassi , udivasi rombìo lungo , profondo, e come d'eco lontano, senza distinguere dei proiettili alcun riposo; la sospensione per otto giorni , e l' inaridimento di tutte 1~ fonti; infine , per due giorni anteriori , la veduta elevazione , per l'altezza di una persona, del basso fondo del Savio , su cui scendeva a perdersi la china della montagna. Con questi segni la provvida natura additava l'avvicinarsi dell' infortunio e rendevasi eloquente nel suo silenzio; ma per la cieca abitudine che è negli umani di consegnarsi agli eventi, ogni annunzio dell'ignaro volgo fu trascurato. E valga almeno l'esempio, se questi precursori indizi avessero a presentarsi in altre meno sfortunate regioni. Molti eruditi pertanto posero studio intorno ai modi di essiccare il lago, perdendo la pescagione di cui è capace 12 , e ridonando ai privati ed all'erario le terre perdute 13 , come gli edifizi sommersi in quelle sedi profonde; e più artificii insegnarono: perocchè l'arte inventrice, che confor~a l'umano coraggio, non laBiblioteca Gino Bianco ..

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