Giuseppe Faravelli - Il Partito socialista verso la Costituente

B - 19 - ficile credere che i pretesi milioni di cui ci avrebbe riempite le tasche la demo-pluto-massoneria internazionale, giudaica per giunta, non sono mai esistiti se non nella famelica immaginazione dei gerarchi fascisti. Ciò che esisteva in realtà era un P. S. squattrinato ed un Internazionale Socialista più squattrinata di lui (l'indipendenza gelosa del Partito socialista da ogni influsso esterno, ahimè! ha i suoi svantaggi!). In tali condizioni, o giovani, la nostra anima era perciò un po' come quella di Cristo alla vigilia della crocefissione: « triste sino alla morte •· Ed anche nella lotta clandestina, come nella desola7.ione dell'esilio, le vittime nostre furono moltitudine. Permettetemi di ricordarvi due nomi di giovani socialisti quasi dimenticati: quello di Fernando de Rosa, caduto - dopo una serie di atti audaci e magnanimi in Italia, in Belgio, in Francia - in una trincea davanti a Madrid, difendendo la Repubblica Spagnuola; e quello dell'operaio milanese Marco Ricc·ardi, tempra eroica, che, rientrato in Italia da Parigi e dopo essere stato in carcere e al conlino, riprendendo la lotta, tradito da un sicario, fu freddamente trucidato dalla polizia fascista in quel di Como, mentre introduceva in Italia materiale di propaganda del P. S. e dell'Internazionale Socialista contrn la guerra etiopica. E permettetemi di ricordare, per tutti i morti dell'esilio, i nomi dei due maestri ai quali dobbiamo il nostro pensiero di socialisti, che non dimenticheremo e non rinnegheremo mai: Filippo Turati e Clauòio Treves. Ed infine, per gli innumerevoli caduti nella lotta recentissima, i nomi di Bruno Buozzi, segretario della Confederazione del Lavoro e di Eugenio Colorni, paladino della Federazione Europea. Senza quei sacrifici fecondi e quelle vittime infinite - ricordatelo, o giovani - è certo che le vostre magnif!che vittorie di ieri sarebbero state impossibili

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