Menotti Delfino - Guglielmo Oberdan

GUGL!EL~IO OBERD.\. N appena arrestato. In lui non si volle colpire ne il regicida ne il disertore : ma in lui si volle colpire ben altri. Si volle colpi re tutta Lt giovine generazione di Trieste che ha fieramente spiegato il vess illo dell' indipendenza della sua patria : quella che nel Regno liberamente espone i suoi sensi ; quella che nella propria patria langue nelle carceri, e cospira, cospira1 cospira sempre - non foss ' altro con le .sue mute ma eloquenti manifestazioni. La condotta di Nemo davanti a' suoi giudici fu eroica. Lo dimostrani) due fatti : anzitutto , la sua condanna : poi , la lunga agonia che gli fecero subire. Tre mesi l'infelice visse nel fondo d 'un carcere, col capestro al collo. Tre mesi i suoi carcerieri .spiarono un momento di debolezza, un i- .stante di prostrazione, per carpirgli di bocca una frase , una parola, un nome - che ay rebbe significato altri torturati, altre Yit- .time. Oberdan durò quella lunga e spaventosa agonia con la saldezza del martire . Quali maltrattamenti gli fecero subire? Chi lo sa! Ei non ebbe mezzo di veder alcuno: .chiuso nella sua segreta, fu morto pel mon-

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