Menotti Delfino - Guglielmo Oberdan

GUGLIELMO OBERDAN do. Poco dopo arrestato, potè sua madre visitaio in carcere, davanti a parecchi secondini. Che scena, che strazio dovette esser quello! Quei due cuori s'amavano come a pochi è dato amare quaggiù , e si abbraccia\'ano in quell'ora, in quel luogo , e in qnelle condizioni! La madre, indotta dalle ro messe de' giudici, porse a Nemo un foglio percbè firmasse: era la domanda di grazia. Che cuore dovette essere il tuo, povero, fratello, quando dovesti respingere quel foglio, e trafiggere, con un atto che rinnovella nella nostra cinica età l'esempio immortale di Sciesa, quel cuore di cui avrai potuto contare i batciti ansiosi ! Nulla trapelò delle torture a cui fu probabilmente assoggettato. Per farsi un'ide a di quelle che deve aYer sofferto in carcere, mi basterà citare quel che accadde a Trieste a quello stesso Levi, non ha guarì, dopo lunga ed ingiusta prigionia (che a un momento parve gli turbasse il senno) restituito in libertà a Venezia. Arrestato a Trieste, parecchi anni or sono per imputazione di aver scagliato d ~ i petardi, il Levi venne tradotto ben legato

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