Menotti Delfino - Guglielmo Oberdan

GUGLIELMO OBERDAN 51 mentico della patria nostra, lo fece repubblicano , o quasi. Ma vagheggiava una repubblica guerriera, un'Italia forte e gagliarda , una nazione libera e felice entro tutti i ~uoi confini. Entrò nel circolo universitario democratico e ne fu il portastendardo. Era freddo e timido , di consueto : ma diventava altr' uomo quando parlava della sua Trieste. Amava parlar spesso nel dialetto nativo. Si doleva molto e di frequente di aver un cognome tedesco. << È uno dei miei maggiori crucci » scrivevami. E infatti a Roma aveva pregato gli amici di chiamarlo Ober-dan, senza la le, e andava in collera se non si esaudiva il suo desiderio. Una delle sue frasi piu fr equenti era questa: << La causa di Trieste ha bisogno << del sangue d' un martire triestino. n E tenne eroicamente la promessa. Prese parte a molte dimostrazioni , e l'ambasciata austriaca di Roma, per mezzo della propria polizia, suppongo, era informatissima de' fatti suoi. Quando fu arrestato, essa inviò al tribunale militare di Trieste informazioni diffuse sulla sua vita a Roma, dipingendolo come uno dei più fanatici << ir-

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