Menotti Delfino - Guglielmo Oberdan

GUGLIELMO OBERDAN 49 le d'una vezzosa cassiera di caffè che s 'er~t invaghita di lui. Col pretesto di insegnarle delle frasi italiane, le metteva in bocca le più matte stramberie del mondo; e rideva a morirne. Questa relazione durò pochi giorni e quando finl ei ne fu beato. In. tutte le dimostrazioni fatte a Rom:t a favore delle terre irredente, il nostro martire prese parte attiva. Egli me ne dava fino a poco tempo fa esatte informazioni e sarei ben felice di poter riprodurre qui alcune delle sue lettere come t estimoni del g rande e generoso animo suo, ove, come g ià dissi, non fossi stato costretto a distruggerle. Mod~sta , laboriosa ed intell ettuale era la sua vita a Roma. Aveva preso, con gli studii, una grande dimestichezza con le memorie e rovine del mondo antic0. Uno <le' suoi più graditi passatempi era di recars i a Montecitorio per veder ~ gli uomini grandi :. com'ei li chiamava. Cavallotti, Cairoli, Crispi, Majocchi gli erano fra tutti simpatici. Stava per delle mezz'ore fuori del caffè_del

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