Menotti Delfino - Guglielmo Oberdan

GUGLIELMO OBERDAN 43 Di Nemo possedeva grandissimo numero di scritti e di poesie. Di queste, che sarebbero ora per me care e preziose melnorie, non mi restano che poche cose. Le incessanti vessazioni della polizia austriaca mi tolsero quei ricordi, quando non m'obbligarono a bruciarli da me stesso. Una lettera ch'io gli scrivevo da Trieste mi procurò il carcere. Fui condannato per- .chè gli diceva che accettavo l'incarico di mandargli delle corrispondenze per la Stella d elrEsult e di cercar soci e denari per una società di mutuo soccorso fra gli emigrati triestini. Nelle molte perquisizioni fattemi in quell'epoca dali~ polizia, fu sequestrata una fotografia di Nemo, con questa scritta : « ConYinto che la nostra amicizia sia « indistruttibile come l'odio all'esecratissimo (< oppressore » ecc. ecc. Tutto ciò mi fe ' condannare - ma piu che tutto l'esser io non amico, ma fratello del povero Guglielmo. A Roma, ripeto, visse poverissimamcnte. Cessato il lavoro dell'ingegner C. si man-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==