Menotti Delfino - Guglielmo Oberdan

GUGLIELMO OBERDAN nelle fredde solitudini del carcere. È quest a: dunque la fedele imagine del giovine m;trtire che gettò con tanto eroismo la t esta nell'ardua partita impegnata col destino l Benchc :1on avesse fatto un corso di studi class ici e benchè con particolare amore si fos se dedicato alle matematiche ed alle scienze esatte, pure il mio povero amico,. coll'energiJ. dei forti voleri , si procurò una seriJ e profonda coltura letteraria. Le lettere , specialm~nte la poesia, esercitarono· sempre un gran fascino su di lui . Legge,·a. anche a Roma con assiduità. ed i suoi scritti fac cv ansi tutti i giorni letten.riamente più eletti e più nutriti. Ho riferito in principio di queste memorie una po~s ia ch' ei mi donò a diciott' anni. N on era certo gran cosa: ma Nemo era poe ta, se non nella mente- ,. nel cuore. Ramment o che alle Scuole T ecniche soleva · con grande f:1cilità ridurre in n~ rs i dei t eoremi d' algebra o di trigonometria , che diffondeva poi ai suoi compagni pereh e li apprendessero con maggior agevolc.zza. A Roma cont inuò ed a ::crebbe la sua coltura letteraria. Compose parecchi (! coser ell e lodate dagl'intelligenti : qur 4

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