Menotti Delfino - Guglielmo Oberdan

Gt.:GLIELMO OBERDAN 37 ne più l'av.eva smessa. Accettò, nella fr c:o della partenza, le vesti offertegli da un :1mico, ma le scarpe non gli andavano bene, nè poteva partire con gli stivalacci da soldato. Ricorse, esitante) ad una gherminella - poveretto! l'unica forse di tutta la sua esistenza! Si recò da un altro amico , certo B. e gli chiese in prestito le scarpe « pe r f.1re (diceya) una Yisita di riguardo. >> L' amico gli ele diede e Guglielmo partl con que Ile. Giunto ad Ancona la sua prima cura fu di scrivere all'amico una lettera chiedendogli infinite scuse per quello che aveya fatto e dicendosi pronto a rifondergli i l danno; - e ci yolle non poco da parte del B. per indurre Gu glielmo a smetterne il pensiero. Giunto a Roma, e stretta amicizia con gli altri esdi triestini ed istriani , pensò <lÌ casi suoi . BisognaYa yÌvere. Le premure d\u amico che gli portò subito ua gra:1 ben r.:! (e chi non gliene voleYa ?) l'indussero ad accettare la carità. del governo, che gli pass:t\·a, come es is liato, 30 lire al mese - p cl :ramite umiliante della questura. Po i si . LLtte a tutt ' uomo in cerca d'un impiego.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==