Menotti Delfino - Guglielmo Oberdan

GUGLillLMO OBERDAN Il nostro maestro di ginnastica - quel medesimo che ora espia in fondo d' 1 ~ 11 carcere il suo amor patrio - organizzava di tratto in tratto delle lunghe passeggiate coi più robusti de' suoi allievi. In una d i queste, notai Guglielmo Oberdan; e, trascinato d<.t qnell'ignota simpatia che riunisce i cuori, dimenticai la boria della mia superiorità d'anni e di studii, mi avvicinai a lui , e gli rivolsi parole più cortesi di quelle ch'ei solesse udire dalla bocca de' miei compagni. Poveretto! Era piccolo, era solo, era umile: la mia facile affabilità lo commosse alle lagrime: indi nacque la nostra amicizia che la morte tua, povero amico, non può troncare ! Ricordo sempre, come una lontan:t m:t rosea memoria, quella passeggiata. Si era in una quarantina e si percorre \'a b. via che mena lungo la spiaggia battuta del mare, da Trieste alla vicina Capodistria. Piove\·a a dirotta, ed eravam tutti molli fino alle ossa. Ma che c'importava del furor degli elementi ! Ci rideva in core la primave ra della vita, e la piena degli affetti ci usciva di bocca in canzoni patriottiche, in matte ed

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