Menotti Delfino - Guglielmo Oberdan

GUGLIELMO OBERDAN Il corsero che, sopra un sacco di fien o, dormiva il beato e profondo sonno dell' inf:-mzia un fanciulletto biondo e ricciuto. Lo des tarono e gli chiesero chi fosse . Parlavano shvo - e il bambino non li capiva. Quei montanari lo portarono al curato, che, dopo due giorni d'assenza, riconsegnò il piccolo Guglielmo alla madre desolata. Guglielmo non di sse nulla, non rispose verbo alle infinite domande, agli amorevoli rimbrotti di cui fu fatto segno. Non rivelò - a se tt' anni ! - il movente della fuga. « Vol evo farmi contadino >> rispondeva . Molti anni dopo, nelle intime confi denze dell ' amic izia, mi r;velò il segreto che aveva angosc iat o quel pove ro cuoricino: un seg reto i:1dovinato, meglio che appreso. Frequentò, s ubito dopo, le scuole elementari a Trieste. Er:t irrequieto, turbolento, capriccioso, come tutti i fanciulli a' quali cresce in petto un gran cuore. Fu vari e volte espulso di scuola. Batteva i suoi compagni , sempre in difesa ai deboli, sempre in odio ai forti . Sentiva l'istinto della generosa ribellione contro l' iniquità e la prepotenza. A undici anni entrò nelle Scuole-Reali

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