Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

48 LA TOHRE 01 NONZA pai·i in questo ad ogni altra matl'ice , concepita una idea è mesticro che la partorisca o che scoppii, egli feèe sapm·e al ministro avere scoperto in Corsica cosa non mai più vista ed udita prima di lui, ed aveva ragione: questa poi era la testimonianza della origine comune tm Còrsi e Francesi, cioè Celti (i quali a dida qui per parentesi niente serbavano di comune co' Fl-ancesi) ; 'così vero questo, che i dolmani ed i meinei1·i, i quali per consenso dei più svegliati archeologi spettano uniéamente alla rel igione dci Druidi sacerdoti dci Celti, ingombrano ad ogni tmtto l'isola di CoFsica, donde cotesto prodigioso cervello inferiva due cose del · pari degne della considerazione profonda di sua eccellenza il signor ministro; la prima~ che i Celti erano stati i vetustissimi abitutol'i della isola, e la seconda l'arcana attrazione dell'un popolo verso l'altro me1·cè la voce immorta)e del sangue cognato. Il ministro, che in gràzia degli antichi e·dei nuovi ragguagli conosceva di che razza fosse stata l'attrazione dei Còrsi verso i Francesi, e come tuttavia perdurasse1·o ad amarsi, non gli dette retta, e fece bene. l\ialgrado questa prelibata scienza, anzi a cagione appunto di questa, Prospero ftferimée, non so se solo o acconipagnato, fu assunto all'ufficio di soprastante ai musei ed ai monumenti di Francia <25l. lri fè di Dio, che gl i spende bene i suoi quattrini la Francia! Volete sapere voi altri questi meineiri chi ·sieno? Ve lo dico io, che ne fui informato a mie spese: e' sono ripab, .che parecchi pastori. si accm:dano a costruire per avere ricovero quando la tempesta li coglie sopra la montagna, e i dolmani spaccature di scogli scaraventa~e là dall'émpito del tert·emoto, o pe1· vetustà cadute~ o dalle folgori percosse. Ond' io quando domandai i past01·i che mi menassero .

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