Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

LA TOI\U& DI NOl'\Z. . santo Mattei. 1\'fa egli aveva contato_senza l'oste, e l' oste fu prete Settembre, il quale quando meno se lo aspettava gli rovinò addosso, e avvinghiatolo pel collo, gli svelse dalle mani lo schioppo , e poi a calci , e a pugni se lo cacciò davanti a sè verso il casamento , che voi avete veduto sul ciglio del teppone. E non crediate, che Fedelino vinto dalla reverenza del suo ter- ' ribile :l'mico si lasciasse fare: cet'to, non si vuole mettere in dubbio, questa reverenza sarà entrata per qual· che cosa ad avvilirlo, come pure il dolore dello scandalo dato, e della festa manomessa: però egli è certo, che al truce fulminare degli occhi, al fischio, che il furore cacciava dalle sue labbra , alla tanaglia delle dita del prete non resisteva veruno. Così dentro la casa disabitata lo sospinse, e ce lo chiuse a chiave; poi rifece i passi frettoloso verso il teatro per sedare qualche.altro disordine avesse potuto accadere; e doveva essere successo pur troppo, imperciocchè da lontano contemplasse, ed u~isse ribollire, urlare, mal~dire, rimescolarsi la gente negli atti paurosi , i quali fanno manifesto come in quel punto l'uracano della passion·e mulini in vortice l'anima umana per iscaraventarla poi pagliuzza fortunata o infelice su la vetta del Campidoglio, o su ·la cima della forca. « Non erano b~ne passati quindici minuti dalla pri· gionia del Cristo còrso, o piuttosto di Fedelino Fabrizii, che prete Settembre aprendo a furia le porte entrava dentro tempestando, ed urlando in tutti i tuoni: = Fedelino! O Fedele! Fedele! = e poichè non rispondeva persona - Fedele! Fedele! strepit.{\va più forte; cheta ogni cosa. - Fedelino per... ! ..: E fu proprio ventura, che gli riuscisse di agguan-. t-are per i piedi il giuramento già più che mezzo spen-

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