Tito Mammoli - Novembre

--17Che t raballan con tuoni d'agonia... Si sgt·et olan le mut·a, il pian si fende, A la caligin t orba il ciel s' infosca... O popol d'ogni rito, da' tuoi lari , In mace rie disfatti , è g iunta l' ora Che tu so1·ga e col dì ti rinnove lli ; Col nuovo dì che sorridente appat·e Per lo cielo purissimo, col vento Or'icntal che nembi e polvc sperdc... A la seconda Roma imputridita F ìen c imi tero i sette colli ; e al ciclo T u convc r~o dirai : ecco la nuova P atria di libertà, patria de' forti... E cco la cit tà et em a ! - Il Campidoglio Alta, incrollat a la superba fronte Estolle e sfida i secoli.... Oh, che vcg-gio ?... Là si r aguna la falange sacr a De'martiri del mondo: ed alto in tuona E ntus·iasta l' inno al Vero et erno Ond'è il nome di Roma inno d'amore.. Ma dal Tat·pco si leva una fig ura :Mistica c sale ft·a le larve, altera , Circonfusa di luce e d'armonia ; Con l' orme lente, luminoso l' acre Ca lca nell'alternar l' ardua salita Pe ' l bel cielo roman. L' aperte bt·acc ia Fanno amorosa cr oce, il manto scende Senza calar, nè fugge il suolo. A quella Divi na g uat·dan l'ombre in una dolce Profonda est as i assorte. Ecco il giu nonio Capo alle eccelse zone dell'empiro Toccar sub lime ; la fluente chioma Sembra fremer e al tocco; e ' l viso cspnnto

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