Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

:: 54in una nobilissi1na lode, che rituase testitnoniatiza della in1pronta luminosa della sua giovane esistenza. Fu proposto per la medaglia, prcn1io concesso solo ai valorosi. Sopportò le più dure fatiche, le più a~pre priyezioni col orriso più schietto del suo spirito. Aveva sostenuto più di un sanguinoso ci1ncnto e da ognuno sen1brava di uscire con1.e rifatto in forze fi iche e n1orali. Il 4 ottobre 1915 riportava una grave ferita nel «Bosco di \-aragna ,,, per la quale trasportato da uno in altro ospedale territoriale, decedeYa in quello di Alba il 17 giugno rgr6. Otto me i di degenza in ospedali, per un cuore dotato di tanta energia, furono una terribile tortura, poichè avrebbe voluto trorarsi lassù, in mezzo al fragore delle arn1i, dove lo chiamava il suo entusiasmo, invece doveva rimanere inerte, lontano da quel can1po nel quale si svolgevano, insieme a tanta atth·ità, i destini de11a Patria diletta. GINO DE CORI Il JI n1aggio rgr6, a S. 1\i(argherita del Trentino, tnorì tragicamente il sergente Gino De Cori, figlio del colonnello \ l ittorio, sotto le ruine di quell'ospedale militare, distrutto dal cannone austriaco. Giovane intelligente e distinto, studente di medicina nella R. Università di Pisa, di sentimenti altan1ente patriottici, non appena l'Italia dichiarò la guerra alla ~ecolare barbarie nen1ica, entrò nell'Accademia militare di Torino per cooperare più presto e più efficacen1ente alla maggiore grandezza e gloria della Patria. Fu là che un triste giorno, n1ontando la ~ ua bicicletta, s'incontrò con una automobile che malatnente lo gettò a terra e tnise in pericolo la sua bella e giovane esistenza. Salvato per tniracolo, entrò subito con1e sergente sanitario· in un ospedale n1.ilitare di Firenze, n1a presto don1andò e ottenne di recàrsi in un ospedale di zona di guerra per trovarsi più vicino a coloro che eroicamente con1battevano, e là, tnentre prestava a quei valorosi feriti le sue pii.1 amorevoli cure, trovò tnorte gloriosa. E questa gloria accon1pagnerà sempre il non1e di lui, poichè essa s'identifica nel non1c di coloro che sono capaci di azioni eroiche e generose.

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