Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

- .:J'.;f.~~JI..;/I~JI&J'~~J'~ ---------------------- RAG. ARNOLDO BEER DI VITTORIO Entrato in Gorizia con gli altri combattenti, lo sguardo del tenente d 'artiglieria, Arnoldo Beer, si fissava a Trieste, alla cupola santa di S . Giusto dove vedeYa con la n1ente. sventolare al vento il vessillo d'Italia, mentre d'innanzi alla città del sogno, nel golfo pieno d'incanti e ricco di leggende oceanine, si rifletteva, nella glaucità delle onde limpide, l'azzurro convesso dei cieli. Quanta poesia in quel sogno, che egli pensava di concretizzare subito dando ad esso tutte le rose della sua giovinezza ! Il Rag. Arnoldo Beer di Ancona si trovava al fronte sin dal principio della nostra guerra di redenzione, entusiasta di dare il suo braccio alla madre patria, tanto che le sue lettere ai genitori, che desolati ne piangono la perdita, erano degl'inni alla santità della causa, una e. al'"" tazione al valore dei prodi soldati, che come lui davano il loro sangue per la nos tra grandezza e il nuovo prestigio -<Litalia. Più di una volta sul fronte Goriziano, ove i con1battimenti erano dei più micidiali, fu rasentato n1a non colpito dalla morte, che pareva volesse rispettare quella balda giovinezza, e se ripetuta1nente uscì dalla raffica mortale, incolume o con qualche lieve ferita , sembrò veramente miracolo. Coraggioso fino all'estremo limite, la fiamn1a di an1or patrio, che gli aveva invaso tutte le fibre e lo dominava, gli faceva superare i disagi della guerra con tale abnegazione che di essi parlava con la massima indifferenza, con tale rassegnazione da commovere l'animo, giudicando ogni disagio, anche il più grave, come un lieve perturbamento della vita normale in confronto della santità della causa ; onde, animato

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