Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

.. .. sostenute virilmente dal nostro Paese per la cacciata dei barbari invasori dalle nostre belle contrade. Il tenente Oscar Sinigaglia da sei anni era aggregato al superbo corpo dei granatieri, ove rifulse sempre per indomita fierezza e per sentimenti della più pura, più schietta e più maschia italianità, provato già alla più dura e più aspra vita della trincea. Da poco tempo aveva voluto passare nel corpo degli aviatori, ed anche in questo corpo aveva dimostrato la sua fermezza di volontà e d'indomabile coraggio. lVIa il suo coraggio, il suo sangue freddo, la sua ben constatata perizia nel pilotare, la sua grande attitudine nel manovrare l'apparecchio nel dominio dell'aria, non valsero a salvarlo dalla morte! E per causa che nessuno ha potuto stabilire, in un momento in cui la sua macchina funzionava, o parve funzionare con tutta regolarità, precipitava da un'altezza di centocinquanta metri rimanendo all 'istante cadavere. I nspirato sempre al più sacro amore per la Patria immortale che nel suo no1ne sintetizza tutte le virtù del cittadino, sarebbe caduto con tutta la gioia dell'anima colpito da una palla nemica. Non minor riconoscenza, onore e gloria si deve al tenente Oscar Sinigaglia. ANGELO SPIZZICHINO Si potrebbe dire che Angelo Spizzichino, nativo di Roma, sia morto per imprudenza, se non si sapesse con qua-le eroico entusiasmo i nostri giovani partivano per la guerra, t eso lo sguardo alla linea nevata delle Alpi, quella linea gigantesca e immacolata, che chiude verso l'Italia il passo all'Alemagna, come dice l'Alighieri. Lo Spizzichino era in una delle trincee più prossime alle trincee nemiche. Si sa con quale occhio vigile si guardassero le une con le altre, per cui, sporgere il capo fuori della trincea, significava non tornarvi più dentro, essendo · pronte le vedette a spianare il fucile e fulminare chi si fosse menomamente sporto. Ma egli che era stato mandato colà per combattere, soffriva terribilmente di rimanere inerte nella trincea ed era impaziente di lanciarsi al fuoco, di esplicare tutta la sua eroica energia. I suoi nervi erano

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