Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

149 ROBERTO SARFATTI Come doveva essere bello, nel fervor della mischia, il volto di questo giovinetto raggiante di ardore di guerra e di desiderio di vittoria t Come nella massa dei soldati, dal volto polveroso e abbronzato, egli doveva assumere l'aspetto di un giovane dio disceso da un nuovo Olimpo agitando nella sua mano divina la palma della vittoria! Egli, sì, era stato il vero eroe, il vero discendente dall'Urbe imperiale, colui che ha impersonato il gentil sangue latino. Roberto Sarfatti contava appena 17 anni, quando lo colse la morte gloriosa sul campo di battaglia. Era nato a Venezia il ro maggio rgoo. A lui sorridevano le più promettenti speranze; a lui la via della vita si svolgeva d'innanzi piena di ogni promessa e di ogni felicità; ma aveva anche un cuor d'oro da cui germogliavano i più alti e nobili sentimenti, ed egli aveva dedicato quel cuore alla Patria e lo consacrò su l'altare di lei, poichè il28 gennaio rqr8, alla conquista del Monte Echerle, cadde fulminato da un proiettile della barbarie austriaca. Il giovinetto Roberto Sarfatti era volontario di un battaglione di alpini. Già nei primi tempi della guerra aveva tentato, abbandonando la famiglia e gli studi, di arruolarsi nell'esercito combattente, ma per la sua troppo giovine età era stato respinto. Raggiunti i 17 anni, rinnovò subito la domanda del volontariato, che vide accolta. Con che indicibile gioia indossò il grigioverde! Dopo Caporetto, vide anche accolto il suo desiderio di essere inviato immediatamente al fuoco. Raggiunse i combattimenti sul Grappa dopo avere scritto alla mamma: <c Si parte. Viva l'Italia ». Si battè eroicamente a Monte Capra, dove conquistò i galloni di caporale, a Sasso Rosso, a Monte Fior, guadagnandosi anche una licenzaprenlio. Trascorsa la licenza, raggiunse il suo battaglione all'Echerle, fu aggregato alla compagnia che doveva entrare la prima in azione; partecipò fervidamente ai preparativi dell'assalto : giunta l'ora, balzo primo alla testa dei suoi ::;oldati, trascinandoli con l'ardimento e con l'esempio. A un tratto, mentre su la trincea conquistata urlava gioiosamente, una palla colpiva l'eroico giovane nella fronte. Il sacrificio era compiuto: non aveva più ntùla da dare alla Patria. Quanti vecchi combattenti, induriti nelle fatiche di guerra, non hanno motivo d'invidiare la gloria di questo fancitùlo dalla fibra leonina! E s'intende che a un popolo che ha di questi giovinetti, la vittoria non può mai mancare. E una terra, come l'Italia, che nutre nel suo

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