Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

strategico e tattico e, sopra tutto, per il coraggio e l'eroismo dimostrato in tutti i cimenti. Sia compito della storia tramandare il suo nome all'ammirazione delle generazioni venture. ALBERTO PIPERNO L'Italia può gloriar~i, come nessuna altra nazione, dei suoi figli. Sia che costoro si trovino fuori della Patria da emigranti, sia che abbiano da compiere altre missioni, anche delle più delicate e difficili, la loro fiamma di amore verso il loro natio paese non resta attenuata e cooperano con ogni mezzo a tenere alto il prestigio e intemerato il nome della terra, che li nutrì fanciulli e diede loro un'anima. Alto fu certamente il valore dei nostri soldati al nostro fronte durante la guerra, ma più alto ancora lo hanno espresso quelli che furono mandati a combattere in terra straniera. E fra coloro che fuori della patria incontrarono la morte gloriosa, specie in Francia, va singolarmente segnalato il nome del sergente maggiore di artiglieria campale, Alberto Piperno, nato a Roma il 2 maggio r887. Per tre anni aveva valorosamente combattuto in Italia, in quel campo ove i suoi concittadini e commilitoni pugnarono leoninamente contro lo straniero. Fu qui che per tre anni si distinse in modo veramente magnifico, attirando a sè l'attenzione dei superiori, onde fu quasi un merito al suo valore se fu scelto e compreso nella categoria degli eroi che ·furono mandati in Francia a combattere in quel fronte contro i tedeschi. E colà non venne 1neno a sè stesso nè alla fiducia che avevano in esso riposto coloro che ve lo mandarono. Il suo diportamento, l'eroismo e l'ardimento da lui spiegati nei più aspri e più sanguinosi cimenti, gli attrassero lo sguardo dei comandanti francesi, che furono ammirati di lui. Egli aveva nel cuore l'Italia, sapeva che la bandiera italiana colà doveva n1antenere il prestigio della Patria e che doveva dimostrare come il soldato italiano non sa smentire la propria stirpe eroica, grande per tradizione storica in tutti i secoli antichi e moderni. E sui campi di Francia in un violento combattimento egli si sacrificava, gridando il non1e d'Italia, il 2 luglio rgr8. Riconoscente la Francia a questo eroe, che versò per essa il suo sangue, gli è grata l'Italia di avere egli saputo tenere alto il nome di lei in suolo straniero.

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