Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

139 lVIa ntentre i nemici cadevano e la mi chia sempre più .infuriava, sì che si può rendere di lui l'immagine del Poeta : <Come lion di tori entro una 1nandra », il Finzi rimaneva fulminato da un proiettile cli mitragliatrice, che lo colpiva alla testa (giugno 1918). I suoi soldati, che lo amavano di vero amore, lo vendicarono aspramente, massacrando e facendo prigionieri tutti i soldati del gruppo nemico, mentre uno dei suoi trasportava il cadavere e gli dava sepoltura. Oggi lo spirito di lui aleggia gioioso nel santuario della vittoria, ed è lieto di aver dato il suo sangue, poichè di questo, e non d'altri elementi, si nutre L'albero della libert9.. GUGLIELMO LENGHI Nativo di 'forino, città nel cui seno fu conservato e alimentato il fuoco sacro dell'unità e della indipendenza italiana in t empi nei quali era delitto il solo pronunciare il nome d'Italia, Guglielmo Lenghi non poteva rimanere insensibile all'appello della Patria per la sua nuova e più alta redenzione. Fu perciò pronto a rispondere il suo << presente » al primo squillo della diana e al primo rullo del tamburo pugnace e si sentì lieto d'indossare il grigio-verde e liberare al vento il tricolore. Divenuto milite combattente nel corpo dei lancieri e mandato al fronte, dove a poco a poco raggiunse il grado di tenente, esplicò con l'azione quello che prima era in lui un sentin1ento, traducendo cioè in realtà quello che era un ideale. Ma era ideale grande, pieno di fascino, di promesse future per la dignità della Patria, alla quale sacrificava tutto sè ~tesso. E con l'idea del sacrificio, con la v isione sicura della vittoria finale, egli combatt eva da prode, p.oichè non vi ha maggiore slancio di prodezza di quello che si sviluppa in colui che si sente sicuro di sè, che non ha alcun dubbio sui risultati dei suoi sforzi. Nella trincea o all'aperto, esposto alla pioggia, al vento, al sole, a tutte le intemperie della natura, egli è sempre calmo e sereno e combatte con eguale slancio ed eroismo senza mai scomporsi o trepidare, sì che i suoi superiori gli avevano piena fiducia in tutto, e gl'inferiori lo amavano per la sicurezza che egli sapeva loro inspirare e il coraggio che loro aveva saputo infondere. E, senza venire mai meno nel suo ardimento, irrorò prima col suo sangue le aspre e impervie pendici delle Alpi, che erano state sempre intangibili, poi !asciandovi la

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