Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

' 137 .. rigermogliare in lui il sentimento gentile d 'italiano e, varcato l'oceano, corse ad arruolarsi volontario nelle file dell'esercito.... per compiere il suo dovere di cittadino e di soldato. Fu inscritto nel r0 reggimento granatieri, combattè da valoroso, non risparmiando fatiche nella trincea, superando col buon volere tutte le sofferenze, esponendosi senza riguardo ai pericoli anche quando maggiormente ferveva la battaglia, prese parte a tanti combattimenti, nei quali riportava gravi e multiple ferite, conseguenza delle quali lo conducevano alla tomba il 6 novembre rgr8, poichè moriva nell'ospedale militare di Roma. Egli era nato a Buenos Ayres il zr giugno rgor. Gloria a questo giovinetto santi:ficatosi col suo sangue su l'altare della Patria. CARLO DELLA ROCCA Il tenente di vascello Carlo Della Rocca è morto in un accidente di aviazione. Il 31 maggio rgr8 era partito sopra un idrovolante da un campo di esperin1enti: si trattava di raggiungere il mare e di collaudare l'apparecchio che era nuovo e possente. ~Ia vicino alla costa, il cielo che durante il viaggio si era venuto coprendo di nuvole fu sconvolto da una bufera impetuosa. Della Rocca volle atterrare: la foschia, oramai densissima, gli vietò di scorgere il mare a pochi metri. Spinto dalle correnti sempre più impetuose, atterrò dove potè, e il suo apparecchio, capovolgendosi, lo trascinò fra gli scogli, dove trovò la morte. Triste fine, tna non inglorio~a, di un giovine, che in ben altri cimenti aveva guardato senza impallidire a faccia a faccia il nemico! E Carlo Della Rocca, rontano, è un nome caro a tutti gl'italiani. Comandante in seconda del Centauro, egli fu con l'amnurag1io ~1illo in quella eroica impresa dei Dardanelli, che doveva iniziare gli eroismi della rinnovata flotta d'Italia. Coloro che gli furono compagni in quel giorno descrivono il giovanissin1o sottotenente di vascello impavido, sereno, tranquillo sul ponte della piccola nave fatta segno a tutti i fuochi delle batterie turche. In quella impresa Carlo Della Rocca aveva avuto l'onore insigne di rappresentare la città di Ro1na, fra i molti compagni di tutte le regioni d'Italia. E romano egli era veramente, per quel coraggio semplice e sprezzante di ogni pericolo e per quell'abitudine di burlarsi sempre di tutto quello che potesse sembrare fuori di misura.

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