Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

.. . . . . fuoco, lontano dalla mischia, poichè egli spirava dopo nove mesi di straziante malattia, che fu una conseguenza delle gravi ferite riportate alla fronte. Raoul Ancona era in trincea in uno dei più poderosi attacchi nemici. Balzando fuori di essa e spingendosi innanzi ai suoi bombardieri, da una scheggia di granata era rimasto così sconciamente colpito, che fu miracolo se dopo più settimane d'incertezza tra la morte e la vita, potè vincere questa. Fibra indomita, non appena convalescente, ricusando ogni riposo, tornò a capo dei suoi bombardieri per la espugnazione di Gorizia e di qui proseguiva alla mèta agognata da lui e da tutti gl'italiani - alla conquista di Trieste. Ma la ferita non era ancora perfettamente rimarginata, e questa e un conseguente vizio cardiaco, e l'asprezza dei disagi, e quanto vi ha eli durezza nei campi di guerra, atterrarono e annientarono quel generoso, e verso la fine eli giugno 1918, egli, trascendendo le barriere della vlta, si perpetuava nella morte. VITTORIO CALDERONI Qualunque encomio per Vittorio Calderoni non sarebbe mai sufficiente compenso per i suoi meriti di italiano e di soldato. E, del resto, egli, il suo spirito, che sorridente aleggia intorno a noi, ci dice di essere abbastanza ricompensato se ha potuto qare tutto il suo sangue per la causa santa della Patria. Egli inoltre fu una bella testimonianza di affetto verso la terra natia per sè e per tutti coloro che varcano l'oceano nei quali pare si debba affievolire ogni sentimento patrio. Il Calderoni ha dimostrato, in vece, che pur nelle terre lontane essi hanno sempre vivi gli affetti della Patria, e colà, sia col lavoro che con l'intelligenza ne mantengono alto il prestigio dimostrando a ogni evento di essere puro sangue latino. Ed egli non era già un emigrato. Figlio di enugrati, portò nel suo sangue, nel nascimento, l'amore verso la terra dei suoi padri, dei suoi genitori, i quali custodirono, svilupparono ed educarono in lui questo amore; e quando l'Italia prese le armi, nella grande guerra, per la sua sicura unità e per la sua maggiore grandezza, Vittorio Calderoni, che avrebbe potuto rimanersene tranquillo nel seno dei suoi genitori, oltre l'Atlantico, senti

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