Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

g6 e il suo desiderio fu soddisfatto. Se non che, invece del fronte Goriziano, che era il suo sogno ardente, fu 1nandato sulle Alpi, che i dovevano r ivendicare alla Patria; e là, su la vetta che avrebbe dovuto essere il baluardo d'Italia, co1nbattendo a Casera Zebio, su l'Altipiano d'Asiago, alla bella altezza di r 66o 1netri, è caduto da prode, gloriosament e il 23 luglio r gr6; è caduto a lla testa della sua compagnia, che vedeva in lui non soltanto il superiore valoroso, dall'occhio sicuro e dall'anima temprata al pericolo; ma un uo1no che li amava di fraterno amore. E lì, a q uell'altezza, egli si eres e il più grande, il più solenne e il più duraturo monumento. GILBERTO VI TALI Gilberto Vitali, di Ferrara, nato nel 1875, non aveva obblighi di leva e avrebbe potuto starsene tranquillamente e senza preoccupazioni, lont ano da qualsiasi cimento. Ma caldo nelle sue vene scorreva sangue italiano e l'Italia squillava la tromba di guerra chiamando a raccolta i suoi figli per la sua maggiore grandezza. E fin dal principio delle ostilità si arruolò volontario in un r eggiment o di fanteria come semplice soldato, distinguendosi in tutti i combattimenti per cost ante ardimento e valore, di guisa che fu subito insignit o delle spalline di ufficiale per merito di guerra. Si combatteva nei dintorni di Gorizia per la conquista della città che gli aust riaci tenevano t enacen1ente e non volevano cedere a nessun costo. I nostri facevano prodigi di valore, il Vitali era alla t esta del suo reparto che incitava con la parola e con l'esempio in azioni che sorpassano ogni immaginazione per entusiasmo e ardimento. Un ufficiale austriaco, proditoriamente lo colpì a tnorte il 7 agosto rgr6. - Obbrobrio all'infame, gloria al valoroso!

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