Italia, Francia e Russia - 1859

-6-'- Un pregiudizio esiste in Francia in molti statisti, non bisogna nie· garlo, contro la creazione di un grande stato al di qua delle Alpi. Noi abbiamo veduti all'opera legittimisti , orleanisti e repubblicani : gli uni ci volevano servi, gli altri ci tolleravan liberi ; ma tutti erano di accordo a non volerei nazione. La politica di Lamartine non differenziava in ciò da quella di Luigi Filippo: nè questa da quella di Luigi XVIIT. Bastide chiamava conquista l'unione del Lombardo-veneto col Piemonte, come appunto l'avrebbe chiamata il ministro francese, che sottoscrisse i trattati del 18~ 5. Dipendeva ciò da mal volere, o da tenerezza che quei repubblicani avessero per la casa degli Absburgo o per quella dei Borboni? No, ma da ignoranza completa delle cose nostre. Eglino credevano, ragguagli andoci alla Francia, che la nostra rivoluzione fosse esclusivamente di libertà, mentre era avanti tutto e soprattutto di nazionalità, personificavano in l\fazzini la democrazia italiana, e tutti invasati della quistione, che teneva inferma e malsicura la loro repubblica, credevano le accrescesse pericoli l' accrescimento di una monarchia su' loro confini. Da questi errori e pregiudizii non è, e non può essere dominato Luigi Napoleone, il quale conosce l'Italia forse più della Francia. Egli sa come il hervo della rivoluzione stia qui più nello spirito nazionale che nel repubblicano; e sa come gl'Italiani, volendo avanti tutto l'indipendenza ed unificazione della patria, con la medesima unanimità colla quale oggi vogliono conseguirla per mezzo della monarchia sarda, mutate le condizioni di Europa , tenterebbero conseguirla colla repubblica. È quindi negl'interessi di Luigi Napoleone e del suo impero che questa rivoluzione, oramai irrevocabile, si compia sotto gli auspicii del principato, essendo evidente che cosi accre,;ee le proprie forze e cansa un pericolo avvenire. L'indipendenza ed unificazione d'Italia sarebbe inoltre la finale abrogazione dei trattati del 18 l5 , che sono la condanna della dinastia de' Bonaparte, ed il letto di procuste della nazione francese. L'avere sottoscritto quei trattati rese impossibile la durata dei Borboni in Francia, non ostante che ritornassero dando maggiore libertà che non se ne godesse sotto l'impero; lo averli riconosciuti ed osservati rese inferme e caduche la monarchia orleanese e la repubblica del quarantotto; l'abrogarli è la maggiore satisfazione che possa darsi alla Francia, sulla cui gloriosa bandiera gitta un'ombra vituperosa il disastro di Vaterloo. NQ Luigi Napoleone può temere gli si apprenda in casa l'incendioehe il primo colpo di cannone tirato sul Ticino può destare dall'I- !Onzo all'Oreto, imperocchè il grido e gl'intenti della sollevazione ita-

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