Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

Gli spùzuvoli disunsi fra i volontari ilalia,i i ' * ATENE, 3 maggio. Il partito che promosse l'agitazione vorrebbe continuare la guerra, il Re vorrebbe finirla, c fra queste due opposte tendenze si barcamena il nuovo i\Iinistcro, salito al potere col diffic ile c6mpito di salva re la monarchia e l'amor proprio nazionale. Le voci dell'armistizio e del richiamo di Vassos, la rapidità con cui i Ministri della guerra e dell'inte rno andarono ad esaminare le condizioni delle truppe greche a Farsala, ed altre circostanze aggiunte alle reticenze ed ai silenzi di cui si circonda il nuovo gabinetto, indicano che, per quanto mascherate, le disposizioni del governo sono pe r un pacifico accomodamento. In questo stato di cose non vi è da registrare per la cronaca che la continuazione dei dissidi fra i capi dei volontari italiani. Quel colonnello Bertet, che è giunto qui con 210 uomini, non si è voluto unire, pure indossando la camicia rossa, ai garibaldini di Ricciotti; e questi minacciò di presentare le sue dimissioni e di tornare immediatamente in Italia . H o veduto il Bertet, il quale con la barba bianca e col ventre prominente sembra un vecchio cappuccino vestito da colonnello ga ribaldino, e gli ho chiesto

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