Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

202 lA lJallaglia di Domot~ « Infatti, a sette o otto chilometri di distanza s i vedevano marciare in fitte colonne contro la fronte di Domokò. Ci gettammo alla pianura per Incontrarli. « Il fuoco era incominciato su tutta la linea, il rombo del cannone c il denso fumo bianco, che si innalzava da lontano, ci dimostravano che la battaglia era impegnata seriamente. « Tra i volontari corse un fremito di gioia ; i soldati greci dalle t rincee dei monti ci salutavano con degli evviva, meravigliati di quella nostra audacia. « Attraversammo un campo di frumento per sfuggire alla vista del nemico e sbucammo dietro una collina. Bisognava prendere posizione lassù; caricammo le armi e la prima compagnia fu lanciata all'assalto. « Fu una festa per noi, cui toccava l'onore di fare le prime fucilate coi turchi . « I nemici erano giù nell'altro versante; con dieci minuti di ritardo avremmo perduto la posizione e saremmo stati distrulli. « Il nostro fuoco di lassù durò un quarto d'ora; le palle fioccavano intorno a noi, fischiavano sinistramente. « Il primo nostro morto fu l' on. Anton io Fratti. Ricorderò il t riste caso per tutta la vita. To sparavo in mezzo ad un g ruppo di amici.

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