Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

LA ba/taglia di DomoRIJ >O! * Un alt ro volontario, il giovane pubblicista G. 13. Pirolini, così racconta lo slancio con cui gli italiani andarono al fuoco: « Da due giorni continuavamo la vita di stenti, la vera \·ita del soldato in guerra, in un paese affatto disabitato. " Qualche compagno febbricitante, lasciato a KatoAgorani alle cure di pane cd acqua in quell'ironica istituzione che è la nostra ambulanza, ci raggiunge qua c là per i nostri accampamenti, che si spostano ogni due o tre ore. Noi li curiamo alla meglio con un po' di carne abbrustolita e tiriamo avanti tra le solite vicende che accompagnano i corpi dei \·olonlontari, con nuove defezioni di quattro siciliani, col malumore serpeggiante t ra le file per le tante pri\·azioni a cui siamo sottoposti, dalla mancanza eli tende per il riparo dal freddo della notte a tutti gli al tri servizi eli una campagna militare attraverso i monti. « :\fa l'indomani, mentre si bivaccava, una staffetta dal campo di Mauromicalis, uno dei generali divisionali clclle truppe greche, ci portò la notizia che i turchi avanzavano ne l piano eli Farsaglia contro Domokò. « Facemmo il rancio in fretta e con un'ora d i marcia ci recammo in uno sbocco verso la pianura, per spiare le mosse del nemico.

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