Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

194 La battaglia di Domo!.•ò « Innanzi e dietro a noi, su carri e barelle, sono molti dei nostri feriti . In un breve alt siamo raggiunti da un carro ove è adagiato Ciro Corradetti : gli presentiamo le armi, mentre alcun i escono dalle fi le e corrono a baciarlo. "È notte: quando giungiamo a Domokò stamo tutti affranti, esau riti , affamati e assetati. Pare un convoglio a lla ricerca dei morti e dei feriti. Verso le I I di sera, mentre alcuni di noi erano immersi in un profondo sonno, viene l' ordine della ri tirata su Lamia. L' esercito turco, respinto nella giornata a l centro e all'ala sinistra, era riuscito a sfondare l'ala destra greca: donde una minaccia di aggi ramento e la susseguente ritirata. « Marciammo tutta la notte, m mezzo a una terribi le confusione di cavalli, di carri, di mandre di pecore e di buoi, di famiglie fuggenti l'invasione turca. Non è un esercito, è un popolo intie ro che abbandona la sua terra al nemico. ~ * Appena tornato dal campo, Ricciotti Garibaldi scrisse sulla parte che la sua colonna ebbe nel combattimento di Domokò un rappor to sommario, da cui stralcio i brani seguenti : " Il g iorno 16 ricevetti istruzioni di occupare con

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