Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

•9• La ba/taglia di DomoRò risce g ravemente a l collo. Emette un sospiro, rovescia la testa a ll ' indietro c, svenuto, rimane adagiato nella trincea; quando gli sbottonano la camicia, dal piccolo foro esce un sottile zampillo eli sangue. È creduto morto. « Intanto quasi tutti hanno fi nito le munizioni e mandiamo per il rifornimento. « Cipriani, il quale quando ha saputo che il battaglione andava a l fuoco, è disceso dalla sua stamberga di Domokò per correre in mezzo a noi, c che durante il combattimento ha passeggiato continuame nte diet ro le t rincee a llo scope rto, mostrando uno straordina rio sangue freddo, va con g li ufficiali a prendere cartuccie, poi torna con essi a distribui rle. « :\Jentre si china sulla trincee per dare un pacco a un soldato, è colpito gravemen te al ventre Campanozzi, siciliano, tenen te della q uinta compagnia : lo vedo cade re supino, agi tando convulsamente le braccia e le gambe. " Le munizioni distribuiteci sono poche: in bre\'e sono di nuovo esaurite; il fuoco nemico di\' iene di minuto in minuto più violento. Cipriani si avvicina e ci grida: " - Ragazzi, la vostra presenza qui è oramai inutile: ritiratevi in ordine. - " A uno a uno usciamo dalla trincea e ri passiamo per la strada scoperta, sot to un fuoco infe rnale, mi-

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