Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

la /Jallaglia di Domol:ii « Discendiamo di nuovo e raggiungiamo le trincee assegnateci, facendo circa 1 so metri di strada, perfettamente scoperta. <Scendiamo nelle trincee: tutti gli ufficiali, primo fra essi il comandante ~losca, che si comportò per tutta la battaglia eroicamente, rimangono ritti, dietro le trincee, allo scoperto. Mosca è a cavallo, c va innanzi e indietro, incoraggiando i soldati. « Avendo i turchi avanzato fino a 600 metri circa, incominciamo un vivo fuoco di fucileria, mirando sempre. Anche noi siamo presi di mira dal nemico: gli shrappnells, scoppiano in alto, sopra di noi: le palle di fucile fischiano continuamente. " E qui principiano le nostre perdite. Il primo colpito è il furiere maggiore Pini di Arezzo; una palla alla testa lo ha freddato. È tratto fuori dalla trincea e portato lontano. Lo vedo passare col volto insanguinato; la testa, rovesciata all'indietro, sfiorava le erbe; il tascapane è lordo di sangue . " Dopo brevi istanti è ferito leggermente al capo Belli. Esce dalla trincea, e sorridendo va a farsi medicare. Mentre passa dietro di noi, tralasciamo per qualche momento di far fuoco, c gli gridiamo: Bravo Belli, coraggio 1 i\ la non ha bisogno d'incoraggiamenti. Tutti, del resto, mostrano un sangue freddo ammirevole. « II terzo colpito è Silvcstri di Roma, studente eli matematica, segretario al comando. Una palla lo fe-

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