Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

f..a ballaglia di Domol.·ò I iJ rozze e i carri venivano requisiti, per trasportare quei disgraziati a Lamia. r\nche le vetture dei corrispondenti furono sequestrate. Io riuscii a salvare la mia per una vera combinazione, facendola partire immediatamente. Così alle 2 di stamane, con un collega che era rimasto a piedi, giunsi all'ufficio telegrafico di Lamia, dove ci permisero di mandare appena 200 parole per ciascheduno e dove si seppe che stanotte alle 1 2. 30 il principe decise di ritirarsi anche da Domokò, occupando la linea dell' antico confine. Stamane alle 6 cominciarono ad arrivare a Lamia primi feriti, fra cui gli italiani Campanozzi di Catania, Zini Gianfrancesco di Verona, R abezzana Pietro di Fi renze, Dall'Oppio Paolo eli Ravenna, Ciro Corraeletti eli Roma, Belli Giuseppe di Firenze. Quest'ultimo ha una ferita leggera alla testa. P iù gravemente sono feriti g li al tri , alle gambe ed alle braccia. Da Lamia le famigl ie cominciano a scappare per imbarcarsi a Santa Marina. Si prevede che fra pochi giorni i turchi giungeranno anche qui. E non poteva avvenire diversamente con la strana tattica dell'esercito greco, di stare sempre sulla difensiva, di lasciare al ne mico tutto il tempo eli preparare i suoi attacchi e eli ritirarsi appena una posizione è minacciata. Povera Grecia, povera Grecia !

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