Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

In viaggio pn· At~n~ 19 tico costume nazionale . Nella folla spiccavano poi varii uomini in gonnellino bi anco c certi tipi di pastori che ricordavano le Egloghe, con le zimarrc di lana bianca col cappuccio c le pelli di capra sulle spalle. Il treno partì poco prima delle otto, salutato da una folla enorme. I volontari cd i richiamati rispondevano spa rando in aria, dagli sportelli, colpi di revolver. Nel parapiglia io pure fui preso per un garibaldino: un vecchio prete e due ragazze che lo accompagnavano, e che suppongo fossero sue nipoti, mi strinse ro con effusione la mano dicendomi: - Copa turco, còpane / - La fe rrovia costeggia il golfo di Lepanto o di Corinto: a sinistra si ha il panorama delle acque turchine e delle montagne della Grecia continentale; a destra quello dei monti del Pcloponneso con ampie distese di uliveti e di vigneti bellissimi, rotte di tanto in tanto d a gole rocciose e profonde. Il paesaggio, colle sue macchie di lentischi e di a rbusti di conifere, ora r icorda l'isola eli Caprera cd ora certe parti della Sardegna e della Sicilia. Ad ogni piccola stazione saliva nel treno qualche altro volontario, che non trovando posto rimaneva in pied i accan to agli sportelli: gruppi di contadine salutavano in si lenzio agitando le mani. Verso le nove e mezzo e ravamo a Aegion (pronunzia E g hion), la cittadina celebre per le sue uve appassite

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